Lo stress provoca disturbi fisici e psicologici, influenzando l’attività lavorativa e le perfomance in azienda. Gli studi al riguardo sono ormai tanti e infatti il legislatore, col nuovo Testo Unico 81 del 2008, ha previsto la necessità di prevenire questo tipo di rischio alla salute del lavoratore. Entro agosto 2010 le aziende devono produrre una valutazione del “rischio stress lavoro correlato”, ma non tutte sono ancora preparate ad affrontare la tematica. Ne parliamo con Rolando Morelli, presidente dell’Associaziona Nazionale Formatori e Sicurezza sul Lavoro (Anfos).
Cosa si intende per “stress lavoro correlato”?
«I lavoratori moderni, soprattutto quelli coinvolti in complessi cicli industriali altamente tecnologici o gli impiegati che fanno uso dell’informatica, gestiscono una quantità elevata di informazioni, spesso in contesti organizzativi non armonici e con tempi che richiedono velocità di esecuzione. Tale contesto può favorire l’insorgere dello stress, cioè la risposta naturale dell’organismo sottoposto ad uno sforzo prolungato, che spesso è di tipo mentale. Se lo stress è vissuto per lunghi periodi, può influire sulla salute del lavoratore. Quindi, ecco perché si parla di stress correlato ad un’attività lavorativa.»
In pratica, l’articolo 28 del Testo Unico 81…
«Sì. Il legislatore ha voluto rendere obbligatorio da parte dell’azienda la valutazione dello stress correlato, che può avere effetti diretti sulla salute del lavoratore. Ad esempio, può provocare ipertensione, calo della concentrazione, insonnia, mal di testa, disturbi gastrointestinali e cardiocircolatori, favorendo dunque possibili infortuni, incidenti e problemi relazioni tra colleghi»
Come si valuta lo stress da lavoro correlato?
«Attualmente sono diverse le metodologie utilizzate ed il Ministero del Lavoro sta elaborando le linee guida per una corretta valutazione del rischio. In generale, si può compilare un test di valutazione, oppure effettuare un sopralluogo in azienda da parte di un tecnico che valuterà alcuni parametri per stabilire se esiste una condizione di stress all’interno dell’organizzazione del lavoro»
Cosa sta facendo l’Anfos per prevenire questo nuovo rischio per il lavoratore?
«Innanzitutto, siamo impegnati in una grande campagna di sensibilizzazione e formazione per la prevenzione dallo stress lavoro correlato, attraverso i nostri siti web e la rivista Anfos News. Inoltre, siamo i primi ad aver affrontato il tema del tecnostress in azienda, che colpisce prima di tutto i lavoratori che fanno largo uso delle nuove tecnologie informatiche. Stiamo infatti realizzando un video corso di prevenzione e nelle prossime settimane pubblicheremo il libro “Tecnostress in azienda e sicurezza sul lavoro”. A maggio, invece, organizziamo un convegno intitolato “Stress lavoro correlato e tecno stress: i rischi per i lavoratori moderni”»