L’Italia è il quinto paese più visitato al mondo dai turisti, con una tendenza che continua ad aumentare e che negli ultimi anni ha visto il nostro paese registrare dati sempre in crescita rispetto agli anni precedenti, sia in termini di numero di affluenze che di introiti.
Sono circa 50 milioni (dati ISTAT 2013) gli ospiti stranieri che visitano l’Italia ogni anno, e di questi 8,5 milioni sono i turisti balneari che frequentano spiagge e località turistiche marittime.
Un numero così elevato di presenze non può che avere una ricaduta sugli aspetti relativi alla sicurezza sul lavoro anche negli stabilimenti balneari, stagionalmente frequentati e visitati da milioni di persone di provenienza, lingua e cultura eterogenea, tutti aspetti da non trascurare nell’elaborazione di un adeguato protocollo di sicurezza.
Il D.Lgs 81/08 sui “luoghi di lavoro”
Un primo punto di riferimento viene fornito agli operatori del settore dalla normativa nazionale in materia di Sicurezza sui luoghi di lavoro. In termini generici il D.Lgs 81/08 definisce gli aspetti da tenere in considerazione nella progettazione e nel mantenimento di adeguati livelli di sicurezza negli ambienti di lavoro, anche quelli caratterizzati da massiccia affluenza di pubblico. Gli articoli 63 e 64 del Testo Unico disciplinano i requisiti dei luoghi di lavoro e definiscono gli obblighi dei datori di lavoro; sono articoli i cui termini sintetici rendono applicabili le disposizioni a qualsiasi luogo di lavoro, ivi compresi gli stabilimenti balneari.
La Prassi UNI per gli stabilimenti balneari
In considerazione delle caratteristiche molto peculiari dei luoghi di lavoro quali gli “stabilimenti balneari”, e della loro estrema diffusione sulle coste italiane, sono state emesse negli ultimi anni delle Prassi di riferimento UNI, elaborate sulle basi generiche definite dalla normativa nazionale di riferimento, che introducono prescrizioni tecniche applicabili in modo specifico a qualsiasi tipologia di struttura ricettiva balneare, e tenendo conto delle peculiarità e delle dimensioni della stessa, ne consentono anche una classificazione rispetto a standard di riferimento trasversali tra le strutture considerate, in termini di requisiti qualitativi e di misure di sicurezza. Le Prassi UNI PdR 1:2012 (elaborate dall’unione degli stabilimenti balneari della Versilia ma assolutamente applicabili a qualsiasi tipologia di struttura italiana indipendentemente dalla localizzazione geografica) definiscono dei criteri minimi di sicurezza che devono essere rispettati per poter considerare uno stabilimento a norma di legge ed al di sotto dei quali non è possibile andare in termini di sicurezza per i clienti ed il personale, qualità dei servizi offerti, fruibilità delle strutture e sostenibilità ambientale.
Valutazione dei rischi
Nell’ottica della valutazione dei rischi è importante tenere conto di alcuni singolari aspetti che differenziano la tipologia di esercizio in esame rispetto ad ambienti di lavoro di stile più tradizionale; il primo di questi aspetti è quello relativo, come accennato, al fatto che l’utenza è spesso eterogenea in termini di provenienza geografica e che quindi le misure di prevenzione e di protezione devono essere studiate e calibrate in modo da renderne la comprensione il più immediata possibile a clienti di diversi luoghi d’origine. Un secondo aspetto è legato alla stagionalità dell’esercizio, alcuni aspetti della formazione del personale per esempio, piuttosto che della verifica dei criteri e dei requisiti di sicurezza, devono avere obbligatoriamente periodicità studiate sul carattere ricorrente e temporaneo dell’attività.
Merita infine un doveroso accenno l’aspetto relativo all’ambiente ed alle misure di sostenibilità rivolte a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente naturale ed a tutela del paesaggio, misure che devono essere elaborate in coordinamento con i rispettivi enti locali di competenza e con, in alcuni casi, l’ufficio portuale della guardia costiera di riferimento.
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