Tutte le disposizioni e le misure relative agli aspetti della sicurezza sui luoghi di lavoro si applicano a chiunque presti la propria opera all’interno di un’azienda, indipendentemente dalla tipologia contrattuale; non è infrequente che le imprese di pulizia usufruiscano dei c.d. lavoratori atipici, ed è importante chiarire subito in fase contrattuale, come la normativa ripartisca le competenze e gli oneri della sicurezza.
Approfondimento: Lavoratori atipici e sicurezza sul lavoro
Classificazione ATECO
Le attività di pulizia sono classificate in base al codice commerciale Ateco come “Pulizia generale (non specializzata) di edifici” (Ateco 81.21) oppure “Attività di pulizia specializzata di edifici e di impianti e macchinari industriali” (Ateco 81.22) a sua volta ulteriormente dettagliata in “Attività di sterilizzazione di attrezzature medico sanitarie” e “altre attività di pulizia specializzata di edifici e di impianti e macchinari industriali”.
Le differenze intrinseche nelle diverse tipologie di attività meritano quindi una distinzione anche nei contenuti relativi alle disposizione in materia di sicurezza sul lavoro.
Approfondimento: Settori Ateco e sicurezza lavoro
Dati Statistici INAIL settore “pulizie”
A questo proposito l’INAIL ha recentemente diffuso interessanti dati statistici sugli infortuni denunciati ed indennizzati nel settore delle pulizie, i dati relativi all’anno 2013 indicano circa 9.500 infortuni denunciati, da sottolineare comunque come di questi circa 1.600 (il 17%) siano avvenuti in itinere, quindi per cause non direttamente imputabili probabilmente all’attività specifica lavorativa.
Le regioni italiane che denotano una maggiore percentuale di infortuni indennizzati sono:
- la Lombardia (1.804 casi, pari al 19%)
- Emilia Romagna (1.259 casi, pari al 13.2%)
- Lazio (1.050 casi pari all’11%).
Le regioni invece in cui sono stati denunciati meno casi risultano essere:
- Molise (10 casi)
- Valle d’Aosta (27 casi)
- Basilicata (48 casi).
Il numero totale delle relative popolazioni regionali, e di conseguenza anche del numero di imprese di pulizia presenti sul territorio, hanno evidentemente un’importanza significativa nell’ambito di queste statistiche (Dati INAIL 2013).
Sempre le stesse statistiche danno un’indicazione importante in fase di valutazioni dei rischi, indicando che la maggior parte degli infortuni sono:
- contusioni (40%)
- lussazioni e distorsioni (30%)
- fratture (14,2%).
Circa l’84% delle denunce quindi sono riconducibili a traumi da impatto (cadute, urti, scivolamenti) e solo il 10% sono ferite, presumibilmente da taglio o punta.
Approfondimento: La sicurezza sul lavoro nelle regioni italiane
Rischi del Settore
L’analisi del rischio, che non può quindi prescindere dai dati statistici appena illustrati, deve tenere conto sia dei processi lavorativi che degli ambienti di lavoro e delle attrezzature utilizzate.
L’utilizzo per esempio di spazzoloni, secchi e scale, può comportare rischi da movimenti scorretti o ripetuti, con conseguenti possibili lesioni di tipo muscolo scheletrico, o contusioni per cadute; a questa tipologia di attrezzature inoltre, si aggiunge l’uso di macchine per la pulizia come aspirapolveri, idro-pulitrici, lucidatrici, attività che può comportare anche il rischio aggiuntivo di elettrocuzione, di esposizione a sorgenti rumorose, a vibrazioni (soprattutto a carico degli arti superiori) e di ustioni da vapore.
Sempre in considerazione degli indicatori statistici descritti al paragrafo precedente è importante effettuare un’attenta valutazione anche degli ambienti di lavoro, valutazione che risulta piuttosto complessa vista la natura eterogenea dei luoghi di lavoro oggetto delle pulizie, che inoltre raramente ricadono sotto la giurisdizione del datore di lavoro degli addetti alle pulizie.
Bisognerà quindi opportunamente coinvolgere chi ha la proprietà degli edifici, in modo da elaborare una valutazione congiunta dove siano evidenziati eventuali rischi (scale, parapetti, gradini, pavimenti che diventano scivolosi quando bagnati) e relative misure preventive e protettive.
Esistono poi situazioni di pulizie estremamente specifiche in cui i rischi relativi agli ambienti di lavoro vanno valutati volta per volta, per esempio le pulizie in quota di vetri e finestre, le pulizie di camini o canne fumarie, di fornaci, di inceneritori, di caldaie, di condotti di ventilazione e di dispositivi di evacuazione dei fumi.
Un ultimo aspetto è quello legato al rischio chimico relativo all’utilizzo di prodotti per la pulizia e la disinfezione; prodotti che possono essere tossici, corrosivi piuttosto che infiammabili, e la cui presenza e manipolazione deve essere adeguatamente controllata mediante procedure che prevedano anche un sistema efficace di trasmissione dei contenuti agli addetti.
Un esempio tipo di impresa di pulizie
Per meglio chiarire i concetti teorici sopra esposti, vediamo di seguito un esempio relativo a un’impresa di pulizie generali (non specializzata) analizzandone i rischi per ogni processo lavorativo come indicato nelll’immagine sopra riportata e ripresa da ricercascientifica.inail.it.
L’attività inizia con il ritiro dei rifiuti e la spolveratura degli ambienti, prima di dar l’avvio alle operazioni il personale dovrà quindi indossare i dispositivi di protezione messi a sua disposizione dal datore di Lavoro (guanti, indumenti, calzature); successivamente l’attività prevede la pulizia dei pavimenti con ausilio di attrezzature meccaniche, gli addetti dovranno verificare il funzionamento delle apparecchiature ed eventuali difetti andranno subito segnalati al preposto; al termine dell’utilizzo sulle macchine si dovrà eseguire il programma di pulizia e manutenzione quotidiana rivolto ad eliminare sporcizia grossolana e a mantenerle, per quanto nelle competenze degli addetti, in buono stato di funzionamento.
Contemporaneamente si dovranno predisporre le sostanze detergenti da utilizzare, indossando anche in questo caso i dispositivi di protezione come descritto nelle relative schede di sicurezza. Le attività proseguono poi con il lavaggio manuale dei pavimenti, l’eventuale ceratura ed il lavaggio delle pareti verticali; anche in questo caso l’utilizzo di strumenti meccanici ne impone una adeguata ed attenta supervisione e manutenzione.
Infine l’attività di pulizia e disinfezione dei servizi igienici potrebbe esporre gli addetti ad un rischio di tipo biologico, indispensabili anche in questo caso le misure di protezione preventiva; guanti, indumenti ed all’occorrenza mascherine.
ANFOS: Associazione Nazionale Formatori Sicurezza sul Lavoro
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