L’Ispesl ha recentemente pubblicato la guida sulla valutazione del rischio stress lavoro-correlato, diretta ai datori di lavoro, ai responsabili della sicurezza, ai medici competenti, ed ai semplici lavoratori.
Si tratta del c.d. “metodo Ispesl-HSE”, vale a dire una metodologia valutativa, fondata sui principi sanciti nella letteratura scientifica e nell’Accordo Europeo del 8 Ottobre 2004, che prevede un approccio al processo di valutazione dei rischi, suddiviso in 6 fasi:
- Preparazione dell’organizzazione
- Identificazione dei fattori di rischio stress: conoscenza dei Management standards
- Raccolta dati: valutazione oggettiva e soggettiva
- Valutazione del rischio: esplorare problemi e sviluppare soluzioni
- Formalizzazione dei risultati: sviluppare ed implementare piano d’azione
- Monitoraggio e controllo del piano d’azione e valutazione della loro efficacia
La prima fase consiste nell’opera di coinvolgimento da parte del datore di lavoro verso gli alti attori della sicurezza, con la strutturazione di gruppi di coordinamento all’interno dell’impresa per lo sviluppo di un progetto, basato sulle singole disponibilità aziendali, sia da un punto di vista meramente economico, che di risorse umane, e di una strategia comunicativa rivolta a tutto il personale dell’impresa.
La seconda fase riguarda la conoscenza, da parte dei soggetti coinvolti, delle modalità della procedura valutativa, fondata sulle sei “dimensioni organizzative chiave”, presentate nella letteratura di merito come potenziali fattori di rischio stress lavoro-correlato:
- domanda
- controllo
- supporto
- relazioni
- ruolo
- cambiamento
La terza fase del processo si concretizza nella valutazione oggettiva della raccolta dati tramite informazioni interne all’azienda quali: assenze, infortuni e turnover; ed in quella soggettiva fondata sul questionario indicatore per la valutazione dello stress lavoro-correlato come definito nel modello Ispesl-HSE.
Si tratta di una fase decisiva ai fini di una corretta valutazione del rischio lavoro perché, a prescindere dal modello valutativo utilizzato, permette tramite più fonti informative di avere un quadro preciso sulla situazione dei rischi presenti in azienda.
La quarta fase si sostanzia nella conferma da parte del datore di lavoro dei risultati ottenuti durante le fasi precedenti.
La quinta fase della valutazione permette di agire concretamente sulle criticità proprie di ogni ambito lavorativo, così come emerse dalla consultazione dei lavoratori e dal percorso valutativo già effettuato, intervenendo direttamente sulle stesse.
La sesta fase, l‘ultima, consiste nel monitoraggio e controllo dell’efficacia dei piani d’azione adottati rispetto alle criticità riscontrate nelle fasi precedenti.