Quando si parla di sicurezza sul lavoro, la memoria corre subito agli eventi traumatici che si verificano nei cantieri, nelle fabbriche o in campagna. Sono fatti immediati, drammatici, che talvolta coinvolgono più lavoratori e restano impressi nella memoria. Molto di meno si parla e si pensa invece a quanti si ammalano gravemente o muoiono per malattie professionali, più subdole, meno immediatamente riconoscibili. Eppure il campo delle malattie professionali si dilata perché la scienza riesce ora a capire i nessi causa-effetto, tant’è che nel corso dell’ultimo biennio c’è stato un aumento dell’11% nell’andamento delle malattie professionali in Italia. E la formazione – resa obbligatoria dal Testo Unico 81 del 2008 – resta un argine importante che agisce in campo preventivo.
I tumori rappresentano complessivamente, in media, circa il 90% delle malattie professionali letali indennizzate dall’INAIL e addebitabili per lo più alla causa “storica”: l’asbesto, più comunemente noto come amianto. Con circa 2mila denunce nel 2008 quello dei tumori è un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri. E c’è da considerare che l’asbestosi (600 casi attualmente) è una patologia che si manifesta anche a distanza di quaranta anni, per cui si presume che le denunce raggiungeranno il picco intorno al 2025.
Nel 2008 le denunce pervenute all’INAIL hanno raggiunto quota 29.704: mille in più rispetto al 2007 (+3,2%), anno che aveva già registrato a sua volta un incremento di ben 2mila casi sull’anno precedente (+7,4%). La quasi totalità dei casi denunciati (il 93%, pari a 27.539 domande) riguarda il settore dell’industria e dei servizi; i casi restanti si dividono, invece, in 1.817 domande relative al comparto agricolo e 348 tra i dipendenti del conto Stato. La sordità si conferma la malattia professionale più diffusa (5.700 casi, il 20% sul totale nel 2008), pur con un’incidenza che diminuisce progressivamente. Tra le patologie emergenti si segnalano, in particolare, quelle che colpiscono l’apparato muscolo-scheletrico: le denunce per tendiniti (oltre 4mila) e le affezioni dei dischi invertebrali (circa 3.800) sono, infatti, più che raddoppiate. Numericamente rilevanti sono anche le denunce per artrosi (circa 1.900 casi) e per sindrome del tunnel carpale (circa 1.500). Particolare importanza, inoltre, stanno assumendo i disturbi psichici stress lavoro-correlati che nell’ultimo quinquennio hanno toccato i circa 500 casi l’anno, in larga parte individuati come “mobbing”.