Sottoscritto da Ministero dell’Interno, Ministero del Lavoro e Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, un documento programmatico rivolto a contrastare il fenomeno del caporalato. Documento che si propone come obiettivo, attraverso l’attivazione di specifiche misure e di progetti concreti, di sostenere la lotta ai fenomeni di sfruttamento e di migliorare le condizioni di accoglienza dei lavoratori stranieri.
Particolare attenzione sarà riservata dal protocollo alle provincie maggiormente coinvolte dal fenomeno: Bari, Caserta, Foggia, Lecce, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria.
I soggetti firmatari costituiranno una rete per l’attuazione di iniziative sotto la direzione delle prefetture, dovranno individuare i progetti più adeguati in base alle esigenze delle singole realtà locali, e sviluppare di conseguenza degli appositi accordi con gli enti locali che dovranno realizzare i progetti prescelti, in considerazione della priorità e della dimensione del fenomeno.
La suddivisione dei compiti definita all’interno dell’accordo interministeriale prevede che spetti al Ministero del Lavoro il coordinamento tra le parti sociali ed istituzionali coinvolte, attraverso programmi di sensibilizzazione nei confronti degli aspetti che riguardano la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e promuovendo i progetti contro il caporalato.
Spetterà invece al Ministero delle politiche agricole il ruolo di sorveglianza sul territorio avvalendosi della collaborazione del Corpo Forestale e dei Carabinieri, che si coordinerà con gli enti ispettivi dell’Ispettorato del Lavoro. Sarà costituito un apposito gruppo di lavoro, composto dai rappresentanti dei soggetti firmatari, che avrà il ruolo di coordinare le attività tecniche ed amministrative definendo programmi e calendari per la realizzazione e l’approvazione dei progetti.
Le misure principali e prioritarie definite all’interno dell’intesa possono essere schematizzate come segue:
- Stipula di convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto gratuito per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che copra l’itinerario casa/lavoro;
- Istituzione di presidi medico-sanitari mobili per assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso;
- Destinazione d’utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari organizzati dalle competenti istituzioni anche in collaborazione con le organizzazioni di terzo settore e con le parti sociali;
- Progetti pilota che prevedano l’impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all’accoglienza dei lavoratori stagionali;
- Bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, per contrastare la nascita o il perdurare di ghetti;
- Sperimentazione di sportelli di informazione per l’incontro domanda e offerta di servizi abitativi, anche valorizzando le esperienze promosse dalle parti sociali;
- Organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità per lavoratori stagionali;
- Potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori;
- Attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i Centri per l’impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti, per consentire un facile accesso ai servizi forniti dallo stesso ente;
- Attivazione di sportelli informativi attraverso unità mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente;
- Istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all’instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.