Sono stati resi noti gli ultimi dati ufficiali sugli infortuni sul lavoro, emersi durante la tre giorni di lavori, organizzata da Inail e AIAS, a Milano, ai primi di Luglio.
Dagli studi presentati nel corso del convegno è emerso che il 52% delle morti sul lavoro accade in strada, intesa sia come luogo di percorrenza nel tragitto casa-lavoro, sia come luogo di lavoro per gli operai addetti nei cantieri stradali aperti su strade ed autostrade.
Nonostante nei primi sei mesi del 2009 si sia registrata una leggera diminuzione del fenomeno, con riduzione pari al 6% per gli infortuni sul lavoro ed al 15% per le morti, il Commissario straordinario Inail, Marco Fabio Sartori, ha così commentato i dati del 2009: “La strada rimane causa di oltre la metà delle morti bianche… che nel complesso coinvolge soprattutto i giovani, perché un terzo degli infortunati sulle strade ha tra i 18 e i 29 anni”.
I cartelli “lavori in corso”, “men at work” non bastano ad arginare il fenomeno delle morti bianche; infatti i cantieri aperti su strade ed autostrade, che in media occupano trenta operai al giorno, sono le aree più a rischio incidenti, in quanto la viabilità modificata, la segnaletica provvisoria, e spesso carente, la scarsa visibilità delle postazioni negli orari notturni sono le cause principali degli infortuni stradali.
Queste sono le ragioni per cui Inail ha dato vita ad una nuova associazione, “Assosegnaletica”, che riunisce i produttori di segnaletica stradale, per contrastare le numerose irregolarità presenti nei cantieri stradali e sperimentare nuove idee e soluzioni al fine di garantire maggiore sicurezza.
Il Presidente AIAS, Giancarlo Bianchi, ha evidenziato che requisito essenziale per aumentare la sicurezza è la formazione “perché –ha spiegato- la sicurezza è prima di tutto un atteggiamento e una questione di cultura, che deve entrare nei comportamenti dei cittadini dall’infanzia alla terza età e deve essere impartita nelle scuole e nelle università”.
In sostanza con queste parole il Presidente AIAS, Giancarlo Bianchi, ha ribadito che la formazione resta la prima fonte di contrasto nella lotta al dramma delle morti bianche che avvengono sulle strade.