Le morti “verdi”, quelle cioè che accadono nei campi sono finalmente all’attenzione generale.
Le statistiche Ispel segnalano per il 2009 un numero di morti molto elevato, 149 e 268 feriti risultato di 257 incidenti con macchine agricole. Cifre non molto distanti da quelle segnalate dall’associazione sostenitori amici polizia stradale che fatto la sua rilevazione a cavallo del 2009 e 2010 e che riporta 296 incidenti e 194 morti. Questi numeri sembra abbiano finalmente mosso qualcuno. Unacoma (unione nazionale costruttori macchine agricole) ha nuovamente proposto di sottoporre a revisione periodica, come le auto, anche i trattori agricoli.
Ma l’iniziativa più interessante sul piano della prevenzione è forse quella di schedare uno per uno tutti gli incidenti sul lavoro: tipo ed anno di costruzione della macchina agricola coinvolta, condizioni di impiego al momento dell’incidente e modalità di lavoro seguite dal conducente.
Dati che poi andranno incrociati con quelli in possesso dell’Ispesl che classifica gli incidenti in quattro tipologie: ribaltamento, caduta dal mezzo, avviamento del mezzo da terra e investimento. Si potrà forse così realizzare un vademecum di tutto ciò che non si deve fare alla guida dei trattori realizzando un adeguato sistema di formazione ed informazione per i lavoratori.
Tutto ciò per mettere a punto un nuovo e più efficace sistema di prevenzione volto a ridurre l’errore umano, che appare la causa diretta più frequente degli incidenti, insieme alla vetustà di molte macchine. In Italia i trattori sono circa un milione e novecentomila la maggior parte con una età superiore ai 20 anni ma non mancano al lavoro sui campi veri e propri pezzi d’antiquariato di 30 o 40 anni fa.