Il primato per una grande piaga, l’incidenza degli infortuni e le morti sul lavoro, va a una piccola regione: l’Umbria. Questo è il triste primato che emerge dal Rapporto annuale Inail Umbria 2008.
I numeri non sono certo quelli della popolosa Lombardia – in Umbria, nel 2008, sono stati denunciati all’Inail 17.088 infortuni e ‘solo’ 15 morti – ma l’incidenza, cioè il rapporto tra casi segnalati e numero di lavoratori, supera di quasi il 48% la media italiana facendo guadagnare così alla regione dell’Italia centrale la maglia nera per la sicurezza sul lavoro.
I dati, è vero, sono inferiori rispetto a quelli degli anni precedenti (l’indice è passato, rispetto al triennio precedente, dal 45.23 % al 43.70%) ma non è un dato che possa consolare visto che la tendenza alla diminuzione degli indici è di carattere nazionale.
Tra le cause di questa maggiore ‘insicurezza’ del lavoro in Umbria ci sarebbero la presenza di molte imprese di piccole dimensioni e a carattere artigianale e una maggiore presenza, rispetto al complesso nazionale, dei settori delle costruzioni edili e delle lavorazioni di materiali per l’edilizia. Inoltre, la necessità di una maggiore formazione.
La riduzione degli infortuni mortali ha riguardato principalmente la gestione dell’industria e dei servizi, dove si è passati da 17 casi ad 11, mentre un aumento si è verificato in agricoltura (da uno a 3 casi). Nel corso dell’anno, inoltre, è stato registrato anche un infortunio mortale nella gestione in conto Stato. Nel 2008, invece, gli infortuni in conto Stato erano stati pari a zero. I settori economici più rischiosi, comunque, sono stati l’industria manifatturiera (3.901 infortuni denunciati) – e l’industria dei metalli in particolare (1.183) – le costruzioni (2.205), il commercio e i trasporti (1.536).
Declinando il dato su scala provinciale, si scopre che la maggior parte degli infortuni si è verificato a Perugia, dove nel 2008 sono stati denunciati 13.925 casi pari a circa l’82% del dato complessivo regionale. Sempre a Perugia si sono verificati ben 12 dei 15 casi mortali del 2008. La stragrande maggioranza degli infortuni denunciati (15.626 casi, il 91.5%) è invece accaduta in occasione di lavoro, ossia in ambiente lavorativo ordinario (fabbrica, cantiere, terreno agricolo, ecc.) o in occasione di circolazione stradale (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale).
Negativi anche gli aspetti relativi alle malattie professionali. Nel 2008 sono infine state denunciate in Umbria 1.176 malattie professionali, il 4% di quelle denunciate a livello nazionale ed anche questo è un dato alto.
Le malattie cosiddette tabellate – ovvero quelle che non richiedono al lavoratore l’onere di provare il nesso causale con l’attività esercitata – assumono sempre di più una minore incidenza rispetto al totale delle malattie. Quelle non tabellate, invece, aumentano la loro consistenza percentuale rispetto al totale e rappresentano circa il 90% sia nella gestione “agricoltura” che in quella “industria e servizi” con uno spiccato aumento di sindrome del tunnel carpale e l’ipoacusia.