Tutto il mondo con gli occhi puntati sull’inchiesta del procuratore Guariniello.
Il 9 dicembre 2009 si è aperto a Torino il processo per le vittime dell’Eternit, un processo in cui le parti lese individuate dalla procura sono un numero impressionante: 2.889 a fronte di due soli indagati, il barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny.
Di tutto rilievo anche il numero di persone che hanno chiesto di costituirsi parte civile, ben 2.100. Si può dire con certezza che a livello europeo sia il processo penale dai numeri più imponenti – a seguito di un grave incidente nel luoghi di lavoro – che sta attirando gli sguardi di tutto in mondo, oltre che, naturalmente, quelli di migliaia di parenti delle vittime che sono giunti a Torino da ogni parte d’Italia.
Le oltre 200 mila pagine di atti raccolti dal procuratore Raffele Guariniello (lo stesso pm che per primo dichiarò il “tecnostress” nuova malattia professionale”, oggi inserita a pieno titolo mel Testo Unico 81/2008) e dai sostituti procuratori Sara Panelli e Gianfranco Colace, chiamano infatti a rispondere delle contestazioni direttamente i vertici delle multinazionali che hanno gestito anche i quattro stabilimenti italiani di casale Monferrato, Rubiera, Cavagnolo e Bagnoli.
Nel frattempo l’Inail ha calcolato in 246 milioni di euro la spesa sostenuta per indennizzare le vittime dell’Eternit. Ci sarà però molto da attendere prima di giungere a una sentenza considerando che l’udienza del 25 gennaio, sarà ancora dedicata alle questioni preliminari.