Conferenza Mondiale sull’Amianto 2009

 

28 Novembre 2009

Sono stati resi pubblici i problemi emersi durante la conferenza mondiale sull’amianto svoltasi i primi giorni del mese di Ottobre, a Taormina.
Tale incontro si proponeva di studiare, a livello internazionale, le dinamiche dell’esposizione all’amianto,in modo da permettere di aiutare la ricerca scientifico-medica e la prevenzione (sia in termini strettamente medici che come prevenzione al rischio ) a capire, prima che il danno sia fatto, lo stato dei materiali, dei luoghi già conosciuti come contaminati, ed evitare così altre morti, nonché garantire il diritto alla salute dei lavoratori.
Dalla Conferenza sono emerse 10 problematiche proprie del nostro paese ma che in parte sono valide anche a livello internazionale.
Si tratta della necessità di:
emanare un bando mondiale per evitare nuovi inconsapevoli contagi e contaminazioni ambientali dovuti alla libera circolazione delle merci e in particolari di prodotti contenenti amianto, e per non accentuare il distacco tra paesi industrializzati e non rispetto alla tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
Programmare screening medici per coloro che lavorano o hanno lavorato in luoghi a rischio amianto. Tale forma di prevenzione avrebbe due vantaggi meno spese di gestione per lo Stato e maggiore qualità di vita per i malati.
Creare un tavolo di confronto permanente per discutere dei problemi attuali e futuri ed agire con le stesse misure a livello mondiale.
Individuare il numero (via via sempre crescente) di siti italiani necessari e sufficienti a contenere lo smaltimento dei rifiuti di amianto, in modo di evitare quanto accaduto recentemente in Campania e Sicilia.
Localizzare i luoghi da utilizzare a discarica di amianto, ad oggi in Italia sono stati indicati 68 siti.
Prevedere l’impiego di risorse economiche per ristrutturare i luoghi già contaminati e bonificare i siti già previsti come zone da utilizzare a discarica.
Aggiungere alla lista altri minerali come l’amianto.Infatti non è solo l’amianto ha provocare tutti questi rischi.
Stabilire un valore limite, una misura accettabile sulla presenza di amianto anche al di fuori degli ambienti lavorativi (per es. nelle acque o genericamente negli ambienti di vita quotidiana).
Indicare un’unica metodologia di campionamento ed analisi dei materiali di risulta dei processi di inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto.
Ulteriori dati emersi durante l’incontro parlano di verificare con maggiore attenzione le procedure di estrazione e produzione dell’amianto nei paesi in cui queste pratiche sono ancora attuali: dalla Russia alla Cina,passando per l’Africa ed arrivando in Canada.
Per quest’ultimo paese i dati emersi sono sconcertanti. In soli quindici anni il numero di casi di mesotelioma( tumore causato dall’esposizione alle fibre di amianto) sono aumentati del 67%.
Anche in Italia la situazione non è certo rosea, tenendo conto del fatto che le malattie connesse all’amianto possono manifestare i loro sintomi anche dopo 40 anni dal contagio.
Dal punto di vista legislativo, il T.U: in materia di sicurezza e salute sul lavoro ha dedicato un intero capo all’argomento.
Infatti il legislatore ha introdotto un capo specifico, il terzo,del DLgs 81/08 e successive modifiche dedicato alla protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto; prevedendo così una serie di norme di prevenzione e protezione connessa ai rischi che tale sostanza comporta.
A tal proposito si è espressa la Corte Suprema di Cassazione con la prima sentenza motivata dalle norme previste nel DLgs 81/08 e modifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro.


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