I sindacati delle ferrovie sostengono da tempo che la pratica dell’appalto esterno da parte di RFI (rete ferroviaria italiana) se, forse, comporta quella riduzioni di costi che l’azienda si prefigge, questa è solo apparente perchè non conteggia il costo della maggior incidenza di infortuni ai lavoratori delle ditte appaltanti o sub appaltanti.
Le esternalizzazioni, secondo i sindacati, creano una “frattura” nel processo di formazione antinfortunistica, che si risolve in una scarsa conoscenza dei rischi e delle cautele da mettere in atto da parte degli addetti delle imprese appaltanti ed una difficile comunicazione con gli addetti di RFI.
Di questo sembrava convinta anche la stessa azienda ferroviaria che il 15 maggio dello scorso anno aveva sottoscritto un’intesa coi sindacati per riportare all’interno di RFI le attività, ma a tutt’oggi non se ne vedono gli effetti, secondo quanto ha denunciato la CISL padovana.
L’occasione per il sindacato, per tornare sull’argomento, con toni ultimativi è stata fornita da due infortuni mortali in una settimana. “Basta parole vane di tutela dei lavoratori – dicono dalla CISL -basta lacrime dopo i drammi senza fare poi niente.” E il sindacato chiede con forza più formazione, più controlli e la ferrea applicazione della normativa e delle sanzioni.