Definizione: cosa sono i codici ATECO
La classificazione mediante codice ATECO (ATtività ECOnomica) è un sistema di codifica delle aziende sulla base dell’attività economica dichiarata dal titolare dell’impresa, attraverso cui le aziende italiane vengono categorizzate e che consente l’attribuzione di uno specifico codice da parte della Camera di Commercio al momento della richiesta di inizio attività.
Si tratta di una codifica alfa numerica dove:
- la lettera iniziale indica il settore macroscopico di attività economica dell’impresa, rappresenta quindi la “sezione”;
- i numeri seguenti (da due a sei cifre) indicano le diverse sottocategorie dei settori:
- le successive due cifre indicano la “divisione”
- la terza cifra il “gruppo”
- la quarta cifra la “classe”
- la quinta la “categoria”
- la sesta la “sottocategoria”.
Per meglio chiarire il discorso vediamo di seguito un esempio: Codice AECO2007: C10.85.01
- Sezione C ATTIVITÀ MANIFATTURIERE
- Divisione 10 INDUSTRIE ALIMENTARI
- Gruppo 10.8 PRODUZIONE DI ALTRI PRODOTTI ALIMENTARI
- Classe 10.85 Produzione di pasti e piatti preparati
- Categoria 10.85.0 Produzione di pasti e piatti pronti (preparati, conditi, cucinati e confezionati)
- Sottocategoria 10.85.01 Produzione di piatti pronti a base di carne e pollame
L’Istituto di Statistica Italiano (ISAT) ha adattato all’interno dei confini nazionali, la nomenclatura proposta comunitariamente dall’Eurostat, (nomenclatura NACE), in modo da adeguare la classificazione alle caratteristiche del sistema economico nazionale, attualmente è in vigore la classificazione ATECO 2007, che dal gennaio 2008 ha sostituito la precedente ATECO 2002.
Sul portale telematico dell’ISTAT è stato elaborato un comodo sistema di ricerca a disposizione gratuitamente dei cittadini e imprese, che consente di cercare una determinata tipologia di attività economica, partendo dal codice aziendale noto, o viceversa di risalire al corretto codice da attribuire ad una impresa commerciale, inserendo la tipologia di attività.
La stretta sinergia tra le Camere di Commercio e l’Agenzia delle Entrate ha consentito di adottare per la prima volta un sistema di classificazione univoco per le aziende, e anche se la codifica non ha carattere legale, questa semplificazione costituisce un importante traguardo nella gestione delle informazioni pubbliche e private.
Sicurezza lavoro e codici Ateco
Una delle applicazioni tecniche in cui la classificazione ATECO è stata adottata con lo scopo di creare categorie di attività aziendali, è la normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro; in seguito all’elaborazione e alla successiva entrata in vigore degli Accordi Stato Regione 2011, in tema di formazione sui luoghi di lavoro, sorgeva la necessità di creare livelli differenti di proposte formative, in base alla presenza particolari livelli di rischio all’interno delle aziende.
Proprio con questo obiettivo sono stati utilizzati i codici ATECO, che hanno permesso di suddividere le aziende su tre diversi livelli di rischio, in base alla appartenenza ad un particolare settore economico, consentendo di elaborare percorsi formativi specifici per ogni livello di rischio e, in alcuni casi, di assegnare anche i relativi oneri, le responsabilità e le misure di prevenzione e protezione, in base al livello di rischio di appartenenza.
Secondo questa logica appartengono:
- ad un livello rischio basso le aziende del settore servizi, pulizie, commercio, studi professionali, ambulanti, artigianato e turismo;
- al rischio medio le aziende dei settori agricoltura, pesca, pubbliche amministrazioni, trasporti e magazzinaggio;
- al rischio alto le industrie edili, alimentari, tessili, metalmeccanica, manifatturiere (come pelletterie), chimiche, le raffinerie, le industrie che si occupano della gestione dei rifiuti, del compartimento sanità e dei servizi residenziali e poi spettacolo, grandi eventi e altri.
Il datore di lavoro, in base alla categoria ATECO di appartenenza, stabilisce il livello di rischio della propria azienda, ed elabora di conseguenza l’adeguato piano formativo per i propri lavoratori, in termini di durata, contenuti ed aggiornamenti periodici.
Formazione sicurezza lavoro
Il percorso formativo delle aziende a rischio basso prevede:
- 8 ore di corso di formazione per i lavoratori;
- 16 ore di formazione per i Datori di Lavoro.
Le aziende a rischio medio devono sostenere:
- 12 ore di corso di formazione per i lavoratori;
- 32 ore per il Datori di Lavoro.
Le aziende che appartengono al rischio alto:
- almeno 16 ore per i lavoratori;
- 48 ore di formazione per i Datori di Lavoro.
RSPP – Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione
Sempre in tema di formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, anche quella relativa alla figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) dipende ad oggi dalla classificazione ATECO 2007. Come noto i requisiti formativi dell’RSPP passano attraverso l’attestazione di frequenza di tre moduli distinti:
- il modulo A è comune a tutte la categorie così come il modulo C.
- Il modulo B invece è declinato su nove diverse sottocategorie che ancora una volta dipendono dalla classificazione ATECO dell’azienda presso cui il soggetto andrà a svolgere i suoi compiti.
In caso quindi un RSPP segua più aziende che appartengano a settori di rischio diversi, dovrà necessariamente conseguire le abilitazione per tutte le categorie richieste, frequentando il monte ore definito da tutti i relativi moduli B di specializzazione.
È opportuno tuttavia precisare che la bozza del nuovo accordo Stato Regioni 2015 in materia di formazione sui luoghi di lavoro, attualmente in fase di approvazione, prevederà delle modifiche anche significative alla formazione degli RSPP che potrebbero apportare consistenti modifiche relative ai requisiti richiesti agli RSPP, e alle diverse tipologie dei corsi di specializzazione, ridistribuendo i livelli di rischio delle aziende in base al codice ATECO di appartenenza.
I servizi Anfos
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