Lavorare nelle pulizia non è certo una passeggiata dal punto di vista della sicurezza in quanto i pericoli sono molteplici. Si può scivolare sul bagnato o cadere da una scala, rimanere intossicati da agenti chimici o semplicemente avere un incidente in itinere passando da un posto all’altro. Sono tanti i rischi a cui sono esposti i lavoratori delle pulizie, tanti che l’Ebla – Ente bilaterale Ambientale e lavoro, costituito da Federlazio, Cgil, Cisl e Uil, ha dedicato il suo 12 esimo rapporto annuale a questo argomento, concentrandosi dunque sul settore delle pulizie e vigilando sull’attuazione del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza sul lavoro).
Il rapporto, svolto con il patrocinio della Regione Lazio, è intitolato ‘Le imprese di pulizia: fattori di rischio e misure di prevenzione’.
Coinvolte nell’indagine 30 imprese del settore all’interno delle quali è stata monitorata in particolare la conoscenza e l’attuazione del Duvri (Documento unico valutazione dei rischi di interferenza), documento che contiene le principali prescrizioni in materia di sicurezza. Il Duvri è in grado di fornire all’impresa appaltatrice o ai lavoratori autonomi dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate per eliminare o, dove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da ‘interferenze’, ovvero i rapporti tra i rischi derivanti dalle attività lavorative proprie dell’azienda committente e quelle svolte dall’azienda appaltatrice.
Dall’indagine è emerso che tutte le aziende intervistate sono in possesso di un Duvri fornito dal committente, e ne conoscono chiaramente il significato. Il 73% dichiara che le attività elencate nel Duvri sono le stesse prescritte nel capitolato di appalto, mentre solo nel 47% dei casi sono allegati i costi della sicurezza stimati dal committente. L’87% dichiara che all’interno del Duvri sono chiaramente specificati i rapporti tra i rischi derivanti dalle cosiddette ‘interferenze’. L’80% dichiara inoltre che nel Duvri sono indicate le aree interessate da rischi di interferenza e nel 93% dei casi viene anche esaurientemente illustrato il piano di evacuazione relativo a tutti i lavoratori (sia dipendenti che committenti).
Solo nel 53% è però indicato il rischio biologico presente nell’ambito lavorativo (53% il rischio chimico, 47% il rischio radiologico e 67% rischio derivante da rumore). Infine, alla luce delle informazioni acquisite dal Duvri, il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver incrementato il programma di formazione e addestramento dei propri lavoratori.