Da ormai molto tempo è noto che l’esposizione a processi chimici realizzati mediante il cromo – come i trattamenti galvanici – espongono i lavoratori a rischi specifici per la salute.
Tant’è che la IARC – International Agency for Research on Cancer, agenzia scientifica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato sia il cromo esavalente (Cromo VI), sia il Nichel nella categoria degli ‘agenti cancerogeni per l’uomo’, in particolare per la possibilità di sviluppare carcinomi alle vie respiratorie (naso, polmoni).
Tuttavia sui danni, la loro entità e soprattutto le modalità migliori per prevenirli ci sono ancora molti studi da fare. Per questo la direzione regionale umbra dell’Inail ed il dipartimento di Medicina clinica dell’Università di Perugia hanno stipulato un accordo per studiare gli effetti tossici e i meccanismi cellulari/molecolari indotti dall’esposizione al cromo negli ambienti di lavoro.
Il progetto prevede in pratica lo studio approfondito delle infiammazioni che questo elemento chimico metallico è in grado di apportare all’apparato respiratorio umano, nonché i meccanismi cellulari e molecolari attraverso i quali il cromo potrebbe determinare i suoi effetti pro-cancerogeni e pro-infiammatori.Questo per affinare sia le iniziative di prevenzione che le tecniche per l’evidenziazione e la diagnosi precoce della malattie indotte dall’esposizione al cromo.