L’analisi dei parametri delle acque destinate al consumo umano, delle acque superficiali, delle acque delle piscine e delle acque reflue è un obbligo di legge stabilito dai relativi decreti di riferimento, ed è una misura indispensabile per la valutazione della salubrità e della qualità delle diverse matrici. La presenza di contaminanti chimici o biologici nelle acque deve essere periodicamente valutata con scadenze che sono disciplinate dalla normativa di riferimento, attraverso controlli analitici effettuati da parte di laboratori accreditati e secondo protocolli di misura certificati e allineati a quanto previsto dalla legge vigente.
Il Decreto Legislativo 31/2001, pubblicato in GU nr 52 del 03 marzo 2001, disciplina le modalità dei campionamenti e i parametri da valutare nelle acque destinate al consumo umano definite come “le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori”. I requisiti qualitativi devono essere valutati al punto di utilizzo e la responsabilità di assicurare il rispetto di tali requisiti è in capo al gestore dell’acquedotto fino al punto di consegna e al responsabile della struttura (l’amministratore del condominio, il titolare di un’azienda, il proprietario) a valle del contatore e fino al rubinetto. I gestori hanno quindi anche la responsabilità delle verifiche dei parametri qualitativi i cui risultati vanno conservati per un periodo di almeno cinque anni.
L’Accordo tra Stato e Regioni del 16 gennaio 2003 disciplina le caratteristiche strutturali e le modalità di gestione delle acque di balneazione (piscine e parchi ricreativi acquatici), e stabilisce con l’allegato n.1 i parametri dell’acqua, sia di immissione che di vasca. Le piscine, in considerazione della natura del loro utilizzo, sono ambienti in cui è possibile che si sviluppino forme batteriche pericolose per la salute, per questo motivo è obbligatorio monitorare periodicamente le concentrazioni di agenti biologici e i parametri chimici. Le strutture di balneazione per le quali sono previsti differenti tipologie di analisi, sono distinte in: piscine aperte al pubblico, piscine condominiali fino a 4 condomini, piscine condominiali oltre 4 condomini e piscine per usi riabilitativi e curativi. Inoltre, la norma standardizzata internazionale UNI 10637⁄97 stabilisce i parametri chimici e biologici delle acque destinate all’utilizzo negli impianti di balneazione e la tabella 1 della citata norma disciplina la frequenza minima delle analisi dell’acqua in vasca.
La parte terza del D.Lgs 152/2006, “Norme in materia ambientale” pubblicato in GU n.88 del 14-04-2006, disciplina la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee e definisce con l’allegato 2, le metodologie e i parametri per le analisi delle acque superficiali destinate alla successiva produzione di acqua potabile per uso civile. Il citato allegato 2 stabilisce i limiti di concentrazione delle sostanze chimiche e degli agenti biologici che non devono essere superati nelle analisi delle acque, affinché possano essere destinate alla produzione di acqua potabile. I parametri presentano i valori limiti in considerazione delle tipologie di trattamento così classificate: categoria A1 “Trattamento fisico semplice e disinfezione”, categoria A2 “Trattamento fisico e chimico normale e disinfezione”; categoria A3 “Trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione”.
Sempre con la parte quinta del D.Lgs 152 del 2006, vengono stabiliti anche i criteri per le analisi delle acque reflue di immissione negli scarichi, intese come le acque emesse da un impianto di lavorazione o da un acquedotto dopo essere state utilizzate sia in ambito industriale sia in ambito civile. In considerazione della potenziale presenza di sostanze chimiche e di agenti biologici, sono previsti protocolli di verifica di contaminanti che devono essere eseguiti con le periodicità di legge a cura dei responsabili degli impianti di depurazione, sia quelli di natura civile sia quelli che invece ricadono nel settore industriale.
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